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Conti Correnti Botto d'inizio per il 2012..

Conti correnti

Conti Correnti Botto d'inizio per il 2012..

Sale al 16% il tasso medio per chi sconfina. Quattro euro per le bollette alla cassa

S’impennano i tassi per chi va in rosso e superano di slancio il 16% medio, quasi due punti in più rispetto a un anno fa. Mentre salgono ancora, qua e là, i costi dei conti correnti, già rincarati in media del 2,9% lo scorso gennaio sui 12 mesi precedenti.

Rispetto al febbraio 2011 la spesa annua per un deposito bancario-tipo per una famiglia con media operatività è aumentata del 3,2%, toccando i 136,65 euro, contro un’inflazione 2011 ferma al 2,7%. In compenso, però, diverse banche, come Unicredit, Bpm e Bnl (che l’aveva introdotta, ma alla fine non l’ha mai applicata), hanno deciso di abolire l’odiata commissione per il prelievo di contante allo sportello, sulla quale nei mesi scorsi si erano mossi l’Antitrust e il Garante dei prezzi. È del resto atteso entro l’estate l’esito della seconda indagine sui costi e sulla mobilità dei conti correnti, avviata dall’Autorità generale per la concorrenza anche in risposta alle proteste su questo tema: le banche stanno rispondendo ai questionari.

Inizia così, con due novità negative e una positiva per i risparmiatori, il 2012 degli istituti di credito, quello che Massimo Macchitella, responsabile marketing famiglie di Unicredit, prevede come «un anno paragonabile al 2011, dove il rapporto con i clienti risente del contesto generale». La situazione finanziaria internazionale difficile e la stretta patrimoniale imposta dall’Eba, l’autorità di vigilanza europea, prospetta per le banche un altro anno difficile. Probabilmente lo sarà anche per i loro clienti, anche se Marco Siracusano, a capo del marketing privati di Intesa Sanpaolo, vede il bicchiere mezzo pieno: «Sarà un altro anno impegnativo, ma il senso di preoccupazione può rafforzare la nostra relazione con il cliente, com’è successo nel 2011».

La forbice dei tassi
Dall’analisi dei costi dei conti correnti nel panel di Corriere Economia (vedi tabelle commissioni e conto-tipo), emerge un quadro grigio su tassi e costi. Il denaro costa sempre più caro ai cittadini. L’interesse richiesto a chi sconfina extra fido (ma spesso anche entro fido) è in media ormai del 16,26%, quasi due punti in più rispetto al 14,60% del maggio 2011, con picchi come il 18,11% in Intesa Sanpaolo (conto Facile), il 17,66% in Unicredit (conto Supergenius, era al 13,54% l’omologo Genius Ricaricabile un anno fa) e il 17,54% di quella Popolare di Milano alla cui guida è stato nominato la settimana scorsa Piero Montani (oltre un punto in più rispetto al 15,3% di febbraio). La forbice con i tassi attivi resta elevatissima: il rendimento medio dei conti per famiglie è dello 0,08%, come dire che ogni mille euro depositati si ricevono solo 64 centesimi (tolta l’imposta, scesa quest’anno dal 27% al 20%).

Continuano poi a pesare, per chi va in rosso, le voci variabilissime che hanno sostituito la commissione per il massimo scoperto: fino a 150 euro al trimestre in Unicredit, fino a 100 euro in Intesa Sanpaolo eMps, addirittura fino a 250 in Bpm. Si attendono gli effetti, entro marzo, del decreto Salva Italia, che prevede (articolo 6 della legge 214 del 22 dicembre) che queste spese extra, penalizzanti, siano sostituite da una commissione proporzionale ai costi sostenuti dalla banca per la messa a disposizione del denaro. Una norma per compensare la spinta ad aprire il conto corrente, per pensionati e dipendenti pubblici, dopo il divieto, nel «Salva Italia», di ricevere in contanti pagamenti dall’amministrazione pubblica oltre i mille euro.

Le spese dei depositi
Quanto ai costi, in questi giorni sta per arrivare nelle case l’estratto conto di fine anno, con il «cartellino del prezzo finale» del conto corrente (l’Isc, l’Indicatore sintetico di costo annuo). Va controllato. A titolo indicativo: un conto standard per i pensionati che usano poco la banca costa in media oggi 72,31 euro (+0,9% rispetto al febbraio 2011), mentre quello per i pensionati con media operatività è salito a 109,81 euro (+0,9%). Forse ora i costi per i pensionati scenderanno, visto che molte banche (come Bnl) stanno lanciando conti a zero spese, per consentire l’accredito della pensione. Si vedrà.

Ma sono le famiglie con operatività media, i clienti tradizionali insomma, a pagare di più il conto corrente: 136,65 euro all’anno l’Isc medio di gennaio, +3,2% rispetto ai 132,45 euro di un anno fa. Per le famiglie che usano molto la banca la spesa è invece di 122,92 euro all’anno (+1,8%) e per quelle con scarsa operatività di 95,52 euro (-0,9%, l’unico calo). Costa infine 78,64 euro (+3,8%) il conto-tipo per i giovani, il target emergente delle banche, seguito da istituti come Intesa Sanpaolo e Bpm. Nel ventaglio d’offerta si conferma la convenienza delle Poste (72,74 euro il conto BancoPosta Più per le famiglie con media operatività, la metà rispetto al mercato), seguite da Intesa Sanpaolo (94,8 euro, in promozione per tutto il 2012). Le più costose: Bpm con Flexiconto (207,42 euro, era a 191,42 euro un anno fa) e Ubi Banca con Duetto Basic (117,62 euro). Fra chi ha alzato più voci di spesa c’è Unicredit («Periodico adeguamento dei costi», dice l’istituto, sottolineando: «A un comportamento virtuoso del cliente, come l’accredito dello stipendio, corrisponde un vantaggio in termine di costi») che nel nuovo conto Supergenius (a canone azzerabile) ha aumentato i bonifici e il pagamento delle utenze per cassa. Le spese che continuano a pesare, in generale, di più.

Per prelevare al Bancomat di un’altra banca si spendono infatti in media 1,66 euro (+0,6% in più rispetto al 2011), per pagare le bollette allo sportello 4,06 euro (il 6,3% in più), ma è sui bonifici la scure: 6,18 euro è il costo medio se sono per cassa, 4,41 euro se addebitati in conto e 1,04 euro via Internet (+4%).

Resta la buona novità dell’abolizione della commissione per prelevare i propri soldi allo sportello fisico, che toccava i tre euro in Unicredit e Bnl (l’unica che la applica nel nostro panel è ora Ubi, un euro). «Il nostro obiettivo non era fare rincari, ma incentivare l’uso del Bancomat - dice Macchitella di Unicredit -. Ma i tempi non erano maturi. Il momento è difficile per le banche, ma mai come adesso è stato evidente che la tutela del patrimonio rappresentato dai propri clienti e la necessità di acquisirne di nuovi è un tema cruciale».

Alessandra Puato

 tratto da corriere.it

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